Amendola e l'A.N.R.D.G.

  Convinto assertore delle istanze di giustizia e paladino dei ceti più disagiati, Pietro Amendola, che aveva vissuto direttamente tutto il dramma del fascismo e della Guerra, era fortemente sodale di sinistrati, senza tetto, danneggiati e profughi.
  Istanze, queste, proprie dell'Associazione Nazionale dei Danneggiati di Guerra alla quale fu perciò 'naturalmente' vicino sin dai giorni della sua costituzione, partecipando a manifestazioni e facendosene interprete in Parlamento. Infatti, le fu sempre a fianco nell'estenuante lavoro diretto alla formulazione definitiva e all'approvazione della Legge Fondamentale per il Risarcimento dei Danni di Guerra.
  Amendola entra a far parte del quadro dirigente dell'Associazione dall'VIII Congresso Nazionale dei Danneggiati di Guerra, tenuto il 15/16 febbraio 1968 nei locali dell'Istituto di Credito delle Casse di Risparmio di Roma. In quell'occasione centrò il suo intervento sulle proposte di legge in discussione alla Camera ed assicurò il Congresso dell'interessamento suo e del suo gruppo per superare i problemi esposti. Partecipò, assieme agli altri Parlamentari presenti, alla stesura della mozione conclusiva con cui si auspicava una più fattiva collaborazione fra la Pubblica Amministrazione e l'Associazione. Alla fine dei lavori viene eletto nel Comitato Direttivo Nazionale, che da allora in poi lo   
  Amendola volle essere testimone anche di uno dei momenti più gloriosi dell'ANRDG: presso la Sala della Stampa Estera venne presentato il 'Testo coordinato delle Leggi sui Danni di Guerra', che ricevette l'ambito 'Premio di Cultura' della Presidenza del Consiglio.
  Nei lavori del IX Congresso Nazionale del 13 dicembre 1973, Amendola prese parte all'elaborazione della mozione finale con cui si chiedeva al Ministero del Tesoro e all'Intendenza di Finanza di accelerare il ritmo delle liquidazione dei danni e di applicare in modo meno restrittivo la normativa.
  Nel settore della Ricostruzione Edilizia si fece tramite con gli Enti locali, soprattutto dell'Emilia Romagna e della Campania, per facilitare l'approvazione e l'attuazione dei Piani di Ricostruzione.
  A partire dal X Congresso del 1978, tutta l'Associazione fu impegnata a contrastare un disegno di legge governativo che restringeva enormemente il campo d'azione della normativa sugli indennizzi: la futura L. 593/81, non a caso soprannominata “legge tagliola”. Amendola fu protagonista della battaglia, ritenendolo un provvedimento fortemente iniquo che faceva ricadere sui cittadini danneggiati, e non ancora liquidati, i gravi ritardi nelle erogazioni che erano esclusiva responsabilità della P.A.
  Successivamente i compiti associativi si sono sempre più estesi a difendere il diritto all'indennizzo dei cittadini italiani costretti ad abbandonare i loro beni e le loro attività nei Territori Ceduti, nelle ex-colonie ed all'estero. Un'azione prolungata e complessa nella quale l'Associazione ha avuto la fortuna di poter sempre contare sull'impegno di Amendola.
  Pietro, giovane ottantenne, fu nuovamente protagonista nella celebrazione del cinquantenario dell'Associazione, che si svolse il 26 maggio 1999 nella Sala del Cenacolo della Camera. Nel corso della manifestazione sviluppò una lunga e vibrante relazione in cui ricalcava la storia della sua partecipazione e tracciava le cause del successo dell'Associazione.
  Poiché la storia dell'ANRDG rispecchia una parte significativa della storia italiana del dopoguerra, il trascorrere del tempo rende necessario che il suo particolare patrimonio non cada nell'oblio, ma sia offerto all'attenzione della collettività e delle nuove generazioni.

On. Pietro Amendola  In tale ottica, nel maggio 2006, Amendola accolse con entusiasmo ed incoraggiò la proposta della sottoscritta, divenuta Presidente, di istituire un nuovo settore, denominato 'RICOSTRUIRE LA STORIA. L'Associazione Nazionale per la Ricostruzione fra Danneggiati di Guerra, la memoria e il futuro'. In tale settore l'Associazione sta operando alla riorganizzazione del fondo documentale, e realizzando una serie di incontri sia per approfondire snodi centrali, sia per far conoscere vicende emblematiche, vissute da alcune categorie di concittadini.
  Amendola, infatti, convinto assertore dell'importanza fondamentale della Storia, desiderava diffondere la conoscenza dei fatti realmente accaduti, anche nella loro cruda realtà, al fine di porvi rimedio. E del dovere di tramandare la memoria alle generazioni che si susseguono, sia per il rispetto dovuto verso chi ha operato per il bene comune, sia per fornire ai giovani gli strumenti critici, quale sorta di anticorpi per decifrare la realtà in cui devono operare.
  In concordanza d'animo con il suo pensiero, e con il desidero di Lara di ricordarlo con iniziative in tale campo, il Comitato Direttivo ha deliberato di realizzare un peculiare premio di ricerca sui suddetti aspetti storici a studiosi sinora poco conosciuti. Nella convinzione che un appassionato lavoro di ricerca basato su un esame obbiettivo della documentazione, sulla puntuale ricostruzione dei singoli avvenimenti nonché nella comunicazione con i giovani, possa dare un contributo a costruire un solido futuro. E nella convinzione che una simile iniziativa sia il modo migliore di tenere viva la sua presenza.
 Grazia Pasanisi de#&039; Foscarini


 
La Repubblica del 10 dicembre 2007
Pietro Amendola
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